Adottiamo un gatto! Sfatiamo qualche mito

Tra le più curiose consulenze che mi è capitato di fare ce n'è stata una senza gatti!
Una famiglia infatti mi ha contattato non perché aveva problemi con il proprio gatto ma perché stava pensando di adottarne uno; il loro primissimo gatto!
È rarissimo incontrare persone che PRIMA di adottare un gatto si informino su cosa significhi veramente vivere con loro; molti credono che il gatto sia una scelta semplice, la scelta migliore per chi vuole un primo animale "senza impegno" per fare pratica; ma non è così!

Andiamo a sfatare subito qualche mito:

- Il gatto è autonomo e fa tutto lui.
Questo è il mito più diffuso, il gatto è sicuramente un animale indipendente, con i suoi momenti "solitari" da rispettare ma non è un animale che solleva l'umano da obblighi e responsabilità.
Per far vivere bene un gatto infatti va pianificato dapprima il suo territorio, "riadattando" gli ambienti della nostra casa pensando anche al felino e alle sue esigenze e naturalmente le nostre routine vanno ricalibrate inserendo interazioni con il nuovo coinquilino; ricordiamoci che siamo noi che lo portiamo in casa e non possiamo costringerlo a sottostare a una vita completamente antropocentrica.

- Il gatto si lega al territorio e non al padrone
Il primo punto porta al secondo, i gatti sono animali "sociali facoltativi", cioè sono animali sociali ma per accettare di far parte di un gruppo devono essere sicuri che l'ambiente consenta loro di vivere in tranquillità; siamo quindi noi umani che "allontaniamo" i nostri amici felini non interessandoci alle loro necessità; un gatto con un ambiente di qualità scarsa (dal punto di vista felino) penserà molto più alla sopravvivenza che alla socialità.

- Il gatto è un animale soprammobile, sta li fermo e non fa niente.
Anche qui c'è da mettere qualche puntino sulle i; il gatto è sicuramente un animale a cui piace stare in un angolo della casa a osservare il territorio, questi momenti "solitari" vanno rispettati e fanno parte della sua natura, ma in realtà il gatto cerca e vuole interagire con l'umano; se ci impegniamo a giocare con i nostri gatti, se li includiamo nelle nostre attività quando si dimostrano curiosi, e interagiamo con loro nei modi giusti, diventeranno molto presenti nella vita di un umano e la riempiranno di affetto, creando una complicità unica e profonda.


Prima di adottare un gatto è fondamentale imparare il più possibile sui reali bisogni dei gatti da esperti così da evitare quegli errori che portano inevitabilmente a disagi e comportamenti scorretti e fastidiosi!
Può sembrare che adottare un gatto sia faticoso e necessiti di spendere molte energie, ma in realtà si tratta semplicemente di essere responsabili, capire che nella nostra famiglia ci sarà un nuovo membro, il gatto, con bisogni e atteggiamenti diversi dai nostri schemi umani che richiedono piccoli accorgimenti per essere rispettati; i gatti sono animali spettacolari, belli e armoniosi nell'aspetto, empatici, capaci di un'amicizia e di una fedeltà profonde e intense, capaci di dimostrare sentimenti e affetto così sinceri che ripagano abbondantemente ogni nostra piccola fatica.

Come scegliere gli alimenti per gatti?

Nelle mille cose da fare di ogni giorno, per chi come noi ha un gatto, c'è quella di dare da mangiare ai nostri amici; spesso per via della nostra vita frenetica scegliamo di alimentarli con cibi industriali; apri la scatoletta o la busta, versi nella ciotola e il gioco è fatto.

Anche io, ieri, sono uscito per fare la spesa e mi sono fermato nel mio negozio di fiducia, ho osservo gli scaffali e cominciato a esaminare i vari prodotti, per me ormai è una prassi ma vedo che in molti sono frettolosi nella scelta e vanno a "colpo sicuro".


Certo è che il cibo industriale è comodo, i prezzi sono abbordabili e la varietà nei gusti è veramente ampia; il cibo industriale non è da scartare a priori ed è da tener in considerazione quando si pianifica l'alimentazione dei nostri gatti, ma come scegliere l'alimento giusto?

Per comprare sia le crocchette che cibo umido per Sally e Olympia, ogni volta, leggo le varie etichette, confrontando i nutrienti, gli additivi e le materie prime usate, io ho un po' di dimestichezza e me la cavo abbastanza bene, ma capisco che in molti possano cadere in confusione nello scorrere le varie etichette, ecco quindi alcune dritte.

Teniamo in mente che non sempre una marca conosciuta è sinonimo di qualità, questo perché entra in ballo il discorso della pubblicità, un'azienda che investe più denaro in pubblicità avrà più risonanza e sarà più nota di un'altra che ne spende meno; questo indipendentemente dalla qualità del cibo, il mio primo consiglio è quello di non ragionare sulle marche ma analizzate le materie prime e i componenti del prodotto.

Ragionamento simile è il prezzo; presi due prodotti di prezzo simile, quello più economico non vuol dire automaticamente più scadente, i fattori che incidono sul prezzo sono tanti, ho già citato la pubblicità, ma c'è anche il packaging, la distribuzione, i costi di produzione e altre spese di natura finanziaria che ditte devono affrontare, anche qui non ragionate semplicemente sul prezzo, leggete sempre le etichette.

Addestrare i gatti, è possibile?


Mi è capitato di leggere, e che mi fosse chiesto, come addestrare i gatti a fare o non fare certi comportamenti.
Erroneamente si pensa che i gatti non possano essere "educati" (educati è il termine più adeguato), ma in realtà loro continuano ad imparare e adattarsi durante tutta la vita.

Ma a cosa serve educare un gatto?
Molti mi chiedono come "addestrare il gatto a non fare…" il ché però è un concetto sbagliato.
Se un gatto mette in atto un'azione è perché ha un motivo per farlo e costringerlo a mutare profondamente il suo comportamento per "semplificarci" la vita non è mai una buona cosa, il gatto soffrirà per questa forzatura e, prima o poi, lo dimostrerà sviluppando problematiche e malesseri davvero pesanti e importanti.
Quindi abbandoniamo l'idea di "educare a non farsi le unghie" oppure " educare a usare il wc" o ancora "educare a non svegliarsi la notte"... queste richieste se messe in atto sono dannose per il micio.
I comportamenti che a noi umani risultano fastidiosi vanno invece gestiti e fatti esprimere in una  maniera più costruttiva e positiva, così non solo non turberanno più la nostra quotidianità, ma miglioreranno la qualità di vita del nostro compagno felino rafforzando l'affetto e la relazione uomo-gatto.

A che serve quindi educare un gatto?
Educare un gatto non è solo possibile ma è anche molto utile, ma l'educazione deve essere finalizzata a un miglioramento della vita del felino e non soltanto della nostra.
Sicuramente è divertente insegnare a un gatto il comando "seduto", "dai la zampa", "batti cinque" (comandi che Olympia conosce) e questa tipologia di educazione può essere usata come interazione piacevole tra uomo e gatto; si stimola il gatto a cercare di comprendere le nostre richieste e a elaborare risposte, quindi lo si mantiene mentalmente attivo e in aggiunta la ricompensa a compito eseguito rafforza la fiducia che il gatto prova per noi.
Più interessante e utile, però, è educare il gatto a certi comportamenti che ne facilitano la gestione e che lo aiutino a superare momenti di stress.
In particolare io consiglio sempre di educare il gatto a:
  • L'utilizzo del trasportino.
  • Il viaggio in macchina.
  • Le manipolazioni del veterinario.


è facile intuire che se il nostro gatto è al suo agio dentro un trasportino, durante il viaggio e mentre il medico lo visita, non solo il tutto diventa più semplice per noi (e per il veterinario) ma lo stile di vita del nostro amico migliora notevolmente visto che esperienze stressanti diventano semplici routine.

Sally e Olympia sono state educate anche a spostarsi da un'ala della casa all'altra senza così doverle stanare e spostarle "con la forza" (ai gatti non piace essere alzati da terra e spostati), azione utile quando devo fare lavori, pulizie o attività a loro spiacevoli; le ho educate anche all'uso della pettorina in modo da farle uscire all'esterno in tranquillità dato che, al momento, non sono in possibilità di mettere in sicurezza il giardino di casa.

Educare i gatti è quindi possibile e utile?
Si, ma non per nostra comodità o divertimento, l'educazione va finalizzata e inquadrata in un miglioramento del loro stile di vita, tenendo conto delle loro necessità e comportamenti come specie animale e anche come capacità individuali, infatti ogni gatto, ricordiamolo, è unico e ha tempi e modi di apprendimento diversi.

E voi, avete educato i vostri gatti? se si, a cosa sono sono educati?

Il tuo gatto è stressato!

Spesso durante le consulenze mi ritrovo a pronunciare la frase “il gatto è stressato…”; subito sgranate gli occhi, diventate così smarriti ...